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Sablin,
incaricato d'affari di Kolciak a Londra.
Sadoul Jacques (1881-1956),
ufficiale dell'esercito francese, membro del Partito socialista. Socialsciovinista all'epoca della prima guerra mondiale. Nel 1917 fu inviato in Russia quale membro della missione militare francese. Influenzato dalla Rivoluzione socialista d'Ottobre fece proprie le idee comuniste e aderì alla sezione francese del PC(b)R ed entrò come volontario nell'Armata Rossa. Delegato al I congresso del Comintern. Il governo francese lo condannò alla pena di morte per la sua azione rivoluzionaria, ma nel 1924 fu assolto.
Saint-Simon, Conte (1760 - 1825) (Claude Henri de Ronvroy),
filosofo francese, generalmente considerato come il fondatore del socialismo francese. Egli credeva che la società potesse essere riorganizzata lungo linee industriali e che gli scienziati sarebbero stati le nuove guide spirituali della società del futuro. Il suo scritto più importante è Il nuovo cristianesimo, del 1825.
Engels scrisse ne L'evoluzione del socialismo dall'utopia alla scienza.
"Saint-Simon fu un figlio della grande Rivoluzione francese, al cui scoppio egli non aveva ancora trent'anni. La rivoluzione fu la vittoria del terzo stato, cioè della gran massa della popolazione attiva nella produzione e nel commercio, sugli stati oziosi sino allora privilegiati: la nobiltà e il clero. Ma la vittoria del terzo stato si era presto rivelata come la vittoria esclusiva di una piccola parte di questo stato, come la conquista del potere politico da pare dello strato sociale privilegiato di esso, la borghesia possidente. E invero, questa borghesia si era rapidamente sviluppata già durante la rivoluzione, sia mediante la speculazione sulla proprietà terriera nobiliare ed ecclesiastica confiscata e poi venduta, sia mediante la frode compiuta ai danni della nazione dai fornitori militari. Fu proprio il dominio di questi imbroglioni che sotto il Direttorio condusse la Francia e la rivoluzione sull'orlo della rovina e con ciò dette a Napoleone il pretesto per il suo colpo di Stato. Così nella testa di Saint-Simon l'antagonismo di terzo stato e stati privilegiati prese la forma dell'antagonismo tra "lavoratori" ed "oziosi". Gli oziosi non erano soltanto gli antichi privilegiati, ma anche tutti coloro che vivevano di rendite senza partecipare alla produzione e al commercio. E i "lavoratori" non erano soltanto i salariati, ma anche i fabbricanti, i mercanti e i banchieri. Che gli oziosi avessero perduta la capacità della direzione spirituale e del dominio politico era un fatto compiuto e dalla rivoluzione aveva avuto l'ultimo suggello. Che i nullatenenti non possedessero questa capacità, questo fatto appariva a Saint-Simon provato dalle esperienze del Terrore. Ma chi doveva dirigere e dominare? Secondo Saint-Simon la scienza e l'industria, entrambe tenute insieme da un nuovo vincolo religioso, destinato a ristabilire l'unità delle idee religiose distrutta sin dal tempo della Riforma: un "nuovo cristianesimo" necessariamente mistico e rigidamente gerarchico. Ma la scienza erano i professori e l'industria erano in prima linea i borghesi attivi, fabbricanti, mercanti e banchieri. Questi borghesi si sarebbero, è vero, dovuti tramutare in una specie di pubblici ufficiali, di amministratori fiduciari della società, ma tuttavia avrebbero dovuto occupare di fronte agli operai una posizione di comando e anche economicamente privilegiata. I banchieri specialmente avrebbero dovuto essere chiamati a regolare, mediante una regolamentazione del credito, tutta la produzione sociale. Questa concezione corrispondeva ad un periodo in cui in Francia la grande industria e con essa l'antagonismo tra borghesia e proletariato era proprio solo sul nascere. Ma ciò che Saint-Simon particolarmente accentua è questo: che a lui ciò che in primo luogo importa dovunque e sempre è la sorte della "classe più numerosa e più povera" (la classe la plus nombreuse et la plus paure).
[…] Già nelle sue "lettere ginevrine" stabilisce il principio che "tutti gli uomini debbono lavorare". Nello stesso scritto sa già che il dominio del Terrore fu il dominio delle masse, nullatenenti. "Guardate 'grida loro' che cosa accade in Francia nel periodo in cui vi dominano i vostri compagni: essi portano la fame". Concepire invece la Rivoluzione francese come una lotta di classi, e non solo tra nobiltà e borghesia, ma tra nobiltà, borghesia e nullatenenti], era per l'anno 1802 una scoperta genialissima. Nel 1816 egli dichiara che la politica è la scienza della produzione e predice che la politica si dissolverà completamente nell'economia. Se il riconoscimento che la realtà economica è la base delle istituzioni politiche appare qui soltanto ancora in germe, tuttavia la trasformazione del governo politico, esercitato su uomini, in un'amministrazione di cose e in una direzione di processi produttivi è qui espressa già chiaramente, e con essa quell'abolizione dello Stato, su cui di recente si è fatto tanto chiasso. Con pari superiorità sui suoi contemporanei egli dichiara nel 1814, immediatamente dopo l'entrata degli alleati a Parigi, e ancora nel 1815 durante la guerra dei cento giorni, che l'alleanza della Francia con l'Inghilterra, e secondariamente l'alleanza di tutti e due i paesi con la Germania, è per l'Europa l'unica garanzia di uno sviluppo prosperoso e di pace. Per predicare ai francesi del 1815 l'alleanza con i vincitori di Waterloo, ci voleva in realtà sia coraggio sia lungimiranza storica.
Salandra Antonio (1853-1931),
avvocato e politico di orientamento conservatore, portò, come Primo Ministro, l'Italia in guerra (dopo un anno di tentennamenti neutralistici e di trattative imperialistiche con le diverse forze in campo 'dapprima con l'Austria e poi, in segreto, con le potenze dell'Intesa). Guardò con simpatia al fascismo al quale infine aderì.
Salvemini Gaetano (1873-1957),
avvicinatosi giovanissimo al socialismo, nel 1910 accusò Giolitti di essere il ministro della malavita. Dal 1911 al 1920 diresse l'Unità. Scrisse molti saggi sulla questione meridionale. Col fascismo al potere fu costretto all'esilio.
Sapronov, T.V.,
leader di un gruppo di opposizione (il Gruppo di Centralismo Democratico) di tendenze semisindacaliste ed ultra-sinistre all'interno del partito comunista russo negli anni '20, quando Lenin era ancora attivo. Questo gruppo aderì al blocco dell'Opposizione unificata nel 1926, pur non modificando la propria posizione. L'Opposizione di Sinistra ritenne necessario differenziarsi dal Gruppo di Centralismo Democratico, che auspicava la creazione di un nuovo ed indipendente partito comunista. I leader di questo gruppo vennero espulsi dal partito insieme a quelli dell'Opposizione di Sinistra.
Savinkov B. V. (1879-1925),
esponente del partito dei s-r; dopo la rivoluzione del febbraio 1917 fu vice-ministro alla guerra nel Governo Provvisorio e poi governatore generale di Pietrogrado. Dopo l'Ottobre lottò contro il potere sovietico. Emigrato bianco.
Sax G. D. (1882-1937),
uno dei fondatori del partito dei s-r di sinistra. Dopo la scissione del partito (avvenuta dopo la rivolta del luglio 1918), fondò il partito dei comunisti-populisti, entrò infine (novembre 1918) nel partito bolscevico.
Sazonov S. D. (1861-1927),
diplomatico della Russia zarista; negli anni 1910-16 fu ministro degli esteri. Dopo l'Ottobre fu rappresentante a Parigi (dove restò in emigrazione) di Kolciak prima e di Denikin poi.
Scer V. V. (1884-1940),
menscevico russo, poi bolscevico; dopo l'Ottobre occupò varie cariche nel Consiglio centrale delle cooperative di consumo, nel Consiglio superiore dell'economia nazionale e nella Banca di Stato.
Scheidemann, Philipp (1865-1939),
leader dell'ala destra della socialdemocrazia tedesca e membro del gabinetto spazzato via dalla rivoluzione del novembre 1918.
Schippel, Max (1859-1947),
socialdemocratico di destra tedesco.
Schmidt, Konrad (1863-1932),
socialdemocratico ed economista tedesco, fu in corrispondenza con Engels.
Schmidt V. V. (1886-1940),
membro del partito bolscevico dal 1905; negli anni '18-'28 fu segretario del Consiglio centrale dei sindacati di tutta la Russia e in seguito Commissario del popolo al lavoro.
Schober, Johannes (1874-1932),
politico e ufficiale di polizia austriaco. Nel ruolo di capo della polizia di Vienna (posizione che mantenne dal 1918 al 1927), ordinò di aprire il fuoco contro le dimostrazioni comuniste. Politicamente ricoperse le cariche di primo ministro e di ministro degli esteri.
Schorlemmer, Carl (1834-1892),
chimico tedesco che visse in Inghilterra. Amico di Marx ed Engels.
Schramm Karl,
economista liberale tedesco, dagli anni '70 dell'800 prese ad appoggiare il movimento socialdemocratico. Nel 1878 fu espulso da Berlino. Negli anni 1884-86 prese a criticare il marxismo, accusando Marx d'esser un seguace degenerato di Rodbertus e Lassalle. Successivamente si ritirò dal movimento socialdemocratico.
Schueller,
fu uno dei dirigenti dell'organizzazione giovanile comunista tedesca, all'epoca del III Congresso ricopriva la carica di segretario del CE della Gioventù comunista internazionale. Aderiva alle posizioni estremiste, allora maggioritarie nel VKPD.
Schulze-Delitzsch (1808-83),
politico ed economista, organizzatore delle cooperative dei consumatori per gli artigiani, atte a prevenire il decadimento di questa classe. Marx scrisse ad Engels il 4 novembre 1864: "Per caso alcuni numeri de Notes of People di E. Jones (1851, 1852) mi sono giunti ancora tra le mani; questi, almeno per quanto riguarda i principali punti economici trattati, sono stati scritti sotto la mia stretta guida ed in parte con la mia diretta cooperazione. Bene! Che cosa vi ho trovato invece? Che a quella data noi stavamo conducendo contro il movimento delle cooperative (in quanto nella loro limitata forma presente pretendevano d'essere qualcosa di definitivo) la stessa polemica ' solo migliore ' che Lassalle avrebbe portato avanti dieci o dodici anni dopo in Germania contro Schulze-Delitzsch". Marx definiva le unions tipo quelle di Schulze-Delitzsch "una copertura per menzogne reazionarie" (Capitale, Vol. I, Cap. X, Nota su Robert Owen.)
Schweitzer, Johann Baptiste von (1833-1875),
avvocato di Francoforte, originariamente nazional-liberale divenne poi seguace di Lassalle (all'inizio degli anni '60) e suo successore nella leadership dell'Associazione generale dei lavoratori tedeschi. Nel 1865, a Berlino, Schweitzer fondò l'organo centrale dei lassalliani, il Social-Demokrat, per il quale ricevette sussidi da Bismarck. Egli, seguendo la sua politica settaria, si oppose all'unificazione del movimento proletario tedesco.
Scliapnikov Aleksandr G. (1885-1937), (anche Shlyapnikov) Studioso italiano e docente di Economia Politica all'Università degli Studi di Siena, . È stato membro degli Steering Committees dell'EAEPE e dell'AISSEC. Ha svolto ricerca nell’ambito del programma scientifico “ripensare il marxismo”, lavorando da una parte al tentativo di adeguare l’analisi marxista alla realtà del capitalismo contemporaneo, dall’altra a quello di liberare Marx di ogni residuo di metafisica hegeliana, etica kantiana e determinismo economico. Screpanti ha elaborato una teoria generale del capitalismo per la quale l’istituzione fondamentale di questo modo di produzione non è la proprietà privata dei mezzi di produzione, bensì il contratto di lavoro, inteso come istituzione che genera il rapporto d’autorità con cui il capitalista sottomette e sfrutta il lavoratore. Il capitalismo può assumere diverse forme, tutte accomunate da quella istituzione fondamentale, ma che si distinguono in relazione ai modi in cui sono combinati diversi regimi di proprietà e diverse strutture di governo dell’accumulazione. Nell’analisi dinamica, Screpanti ha criticato le cosiddette “leggi di movimento dell’economia capitalistica”, sia per le loro implicazioni di filosofia deterministica della storia sia per i limiti analitici di alcune assunzioni su cui sono fondate. Ha proposto una visione dell’accumulazione come di un processo evolutivo di tipo ciclico che accoppia fattori di periodicità lunga e breve, entrambi i quali sono determinati dalla dinamica del conflitto di classe e della distribuzione del reddito. Nell’analisi più concreta del capitalismo contemporaneo, Screpanti ha elaborato la teoria del “imperialismo globale”, la quale definisce un sistema di governo mondiale dell’accumulazione che non può essere compreso sulla base delle teorie tradizionali dell’imperialismo. Le contraddizioni imperialistiche fondamentali sono quelle tra metropoli e periferie dell’economa globale, non quelle tra stati imperiali. Non esiste un centro imperiale dominante, piuttosto esiste una pluralità di soggetti governativi e non governativi, nazionali e internazionali, pubblici e privati che contribuiscono al governo dell’accumulazione su scala mondiale cooperando competitivamente. Per la teoria del comunismo Screpanti ha proposto una rilettura del pensiero di Marx ed Engels quali teorici libertari. La libertà è definita come reale capacità di scelta dei soggetti individuali. In un approccio che si richiama a Gramsci, ma che è arricchito con l’apporto della teoria contemporanea della libertà di scelta, questa è vista come determinabile nei termini degli insiemi d’opportunità a disposizione degli individui. Nel capitalismo la libertà di scelta è distribuita in modo fortemente diseguale, essendo pressoché nulla quella di cui godono i lavoratori nel processo produttivo e massima quella di cui godono i capitalisti; bassissima quella di cui godono gli strati sociali poveri nella sfera del consumo e alta quella di cui godono le classi privilegiate. Il comunismo è visto come un processo conflittuale di trasformazione storica in cui le classi oppresse e sfruttate lottano per la redistribuzione della libertà. Seitz, Karl (1869-1950), Semashko, Nikolai (1874-1949), Sembat Marcel (1862-1922), Semkovsky (soprannome di Semyon Yulievich Bronstein) (I882-?), Sereda S. P. (1871-1933), Serrati Giacinto Menotti (1876-1926), Servantier, Sexton, James (1856-1938), Shachtman Max (1903-1972), Shingaryov, Andrei Ivanovich (1869 -1918), (anche Scingariov) Silone Ignazio, vedi Tranquilli Secondino.
Sismondi Jean Charles Léonard Símonde de (1773-1842), Sixte-Quenin Anatole (1870-1957), Skobelev, Matvei Ivanovich (1885-1937), Skoropadski P.P. (1873-1945), Smeral Bohumir (1880-1941), Smilga I. T. (1892-1938), Smirnov V. M. (1887-1937), Snowden, Ethel (1881-1951), Snowden, Philip (1864-1967), Sokolnikov G. Ja. (1888-1939), Sonnino Sidney Costantino (1847-1922), Sorel George (1847-1922), Sorge, Friedrich Albert (1826-1906), Sosnovsky, Lev S. (1886-1937), Souvarine Boris (il cui vero nome era Boris Lifchitz), (1893-1984), Stalin, Joseph (1879-1953), Stampfer Friedruich (1874-1957), Starover, vedi Potresov Aleksander
Stein (Rubinstein) A. (1881-1948), Steklov Ju. M. (1873-1941), Stirner Max (1806-1856), Stolypin, Peter (1862-1911), Stresemann, Gustav (1878-1929), Struve P. B. (1870-1944), Suchert Kurt (1898-1957) (pseudonimo Curzio Malaparte), Südekum Albert Oskar, Sue Eugène (1804-1857), Sukhanov M. (Himmer N. N.) (1882 - ), Sukhomlinov Vladimir Aleksandrovic (1848-1926), Sukin I. I., Sunitsa L. B. (1887 - ), Sverdlov, Yakov M. (1885-1919), Sviatitski N. V. (1887 - ), Sviderski A. I. (1878-1933), Swinhufwud P. E. (1861-1944),
Ultima modifica 27.06.2001
bolscevico dal 1901; dopo
la Rivoluzione d'Ottobre divenne Commissario del popolo al lavoro, in seguito
lavorò nei sindacati e negli organismi economici. Nel 1920-22 fu tra i leader
dell' "opposizione operaia", venne espulso dal partito nel 1933.
socialdemocratico austriaco, fu prima sindaco e poi governatore della provincia di Vienna, fino a quando la socialdemocrazia austriaca non venne schiacciata dal regime di Dollfuss nel 1934.
vecchio bolscevico; nel 1923 divenne Commissario del popolo alla salute pubblica.
uno dei capi riformisti del Partito socialista francese; socialsciovinista durante la prima guerra mondiale. nel 1914-17 fu ministro dei lavori pubblici nel governo imperialista di difesa nazionale.
giornalista russo, fu menscevico fino al 1920, poi divenne bolscevico.
noto uomo di Stato sovietico; negli anni 1918-21 fu Commissario del popolo all'agricoltura della RSFSR e dal 1921 membro del Presidium del Consiglio superiore dell'economia nazionale e del Gosplan, poi vice direttore e direttore dell'Ufficio centrale di statistica della RSFSR.
dopo aver aderito giovanissimo al socialismo, dovette emigrare in America per motivi politici; rientrato in Italia nel 1911, si impegnò in una attivissima battaglia anti interventista sulle colonne de l'Avanti! Di cui divenne direttore nel '14. A partire dal '19 fu uno dei leader della corrente cosiddetta "massimalista" che si costituì in frazione al congresso di Bologna, in funzione anti-riformista. Con la vittoria della rivoluzione russa e la fondazione della III Internazionale venne fuori l'ambiguità della sua posizione centrista: l'appoggio al bolscevismo e l'adesione all'IC proclamati verbalmente, non vennero sempre seguiti concretamente, nel tentativo di operare una mediazione risolutiva nei settori di sinistra 'che daranno vita al PCd'I' e quelli più moderati. Contrario all'espulsione dei riformisti richiesta sia dall'IC che dall'ala sinistra, dal 1920 partecipò al II Congresso del Comintern per perorare la causa dell'unità del PSI, tentando di minimizzare l'influenza dei riformisti turatiani all'interno del partito. Dopo la scissione del '22, il PSI iniziava un processo di avvicinamento al Partito comunista che fallì da lì a poco per l'opposizione interna capeggiata da Nenni e l'ostilità della direzione bordighista del PCd'I. Serrati aderirà infine al movimento comunista nel '24, entrando nel partito con la frazione "terzinternazionalista", la corrente che in quegli anni si era battuta all'interno del PSI per l'entrata immediata nel PCd'I.
socialista francese, centrista. All'inizio del 1920 fece parte del Comitato per la ricostituzione della II Internazionale.
trade-unionista e parlamentare inglese; sciovinista durante la prima guerra mondiale; nel 1931 venne insignito del titolo di cavaliere.
uno dei fondatori dell'OSI negli USA e dirigente del SWP. Nel '39 si fece promotore di una tendenza di opposizione per divergenze sulla natura sociale dell'URSS e sulla posizione di difesa dello Stato sovietico. Ruppe con la IV Internazionale nel '40 e fondò il Workers Party, poi ribattezzato Indipendent Socialist Ligue.
Redattore e collaboratore di: The Young Worker(1923), Labor Defender (1925), The Militant (1929-34), The New International (1934-) e Labor Action.
leader del gruppo Cadetto nella terza e quarta Duma. Fu ministro dell'agricoltura nel primo Governo Provvisorio e ministro delle finanze ne secondo.
economista e storico svizzero. Marx apprezzò, nella sua opera economica, l'analisi delle contraddizioni dei capitalismo, criticando in pari tempo la tendenza a indicarne il superamento nella difesa dei vecchi rapporti di produzione precapitalistici, ciò che fece di lui il padre della corrente piccolo-borghese, contadina e romantica del socialismo.
socialista francese, centrista. All'inizio del 1920 fece parte del Comitato per la ricostituzione della II Internazionale.
unitosi al Partito socialdemocratico russo nel 1903, divenne successivamente menscevico; social-sciovinista durante la prima guerra mondiale. Nell'aprile 1917 divenne ministro del lavoro del secondo Governo Provvisorio. Emigrato nel 1920, tornò in Russia due anni dopo. Fu liquidato dalla purghe staliniane degli anni '30.
generale dell'esercito zarista dall'aprile al dicembre 1918 fu hetman dell'Ucraina, fantoccio degli imperialisti tedeschi.
dirigente del movimento operaio cecoslovacco, aderì al Partito comunista con l'ala sinistra della socialdemocrazia ceca, per poi passare però su posizioni di destra. Fu uno dei delegati della III Internazionale alla Conferenza di Berlino che nell'aprile del '22 riunì i rappresentanti della II, della III e della cosiddetta "internazionale due e mezzo". Nel 1926 si trasferì a Mosca dove visse parecchi anni, come fedele deputato di Stalin.
membro del partito bolscevico dal 1907; dopo la rivoluzione di febbraio fece parte del Comitato di Kronstadt del POSD(b)R; presidente del CE regionale dell'esercito della marina e degli operai della Finlandia. Dopo l'Ottobre occupò varie cariche di responsabilità, in seguito fu espulso dal partito per il suo appoggio all'Opposizione di Sinistra.
membro del partito bolscevico dal 1908. dopo l'Ottobre fu membro del Presidium del Consiglio superiore dell'economia nazionale. Nel 1918 economista di sinistra. In seguito fu espulso dal partito per i suoi rapporti con l'Opposizione di Sinistra.
attivista femminista e membro della Società Fabiana, del Labour Party e della National Union of Women's Suffrage Societies. Moglie di Philip Snowden. Visse a lungo all'estero e fu nel 1920 in Russia come membro della Commissione laburista britannica. Dopo questa esperienza ella scrisse Attraverso la Russia bolscevica, definendosi 'completamente contraria al colpo di stato bolscevico'. Alla conferenza del Labour Party del 1921 presentò una mozione di protesta contro il rovesciamento del governo menscevico in Georgia.
militante dell'Independent Labour Party e suo presidente dal 1903 al 1906; durante la prima guerra mondiale assunse una posizione internazionalista e si oppose all'ingresso del suo partito alla coalizione governativa. Più tardi cominciò ad essere considerato l'esperto di finanza del partito laburista e ricoprì la carica di Cancelliere dello Scacchiare nei governi MacDonald del 1924 e del 1929, perseguendo una politica capitalista ortodossa.
membro del partito bolscevico dal 1905. dopo la rivoluzione di febbraio fu membro del Comitato di Mosca e dell'Ufficio regionale di Mosca del POSD(b)R; membro della redazione della Pravda. Dopo l'Ottobre lavorò negli organismi dello Stato e del partito, per poi esserne espulso per i suoi legami con l'Opposizione di sinistra.
uomo politico di destra; studiando i problemi economici del Mezzogiorno, attaccò gli aspetti negativi del latifondo e l'assenteismo dei proprietari terrieri. Portò l'Italia in guerra, come Ministro degli Esteri, firmando nel Patto di Londra (26 aprile 1915) l'alleanza bellica con i paesi dell'Intesa.
si occupò a lungo di questioni filosofiche, la sua fama è però legata al dibattito sul revisionismo marxista, aperto nel 1896 da Bernstein, e alla sua successiva interpretazione volontaristica e antipositivistica del socialismo. Nel 1898, sotto l'influsso di Croce, prese ad appoggiare il revisionismo. Nei primi anni del '900 divenne il maggior teorico del sindacalismo rivoluzionario, tentando (tra il 1905 e il 1908) di recuperare la sostanza rivoluzionaria del socialismo. Respinse le pretese scientifiche dell'economica politica marxista, ponendo sempre un maggiore accento sull'azione rivoluzionaria rispetto allo studio teorico dell'economia; lodava il "Manifesto" di Marx e la teoria della lotta di classe come efficaci "miti" propagandistici. Al centro della sua teoria vi era il "mito dello sciopero generale", inteso come strumento di educazione e di lotta. Allo scoppio del conflitto bellico mondiale abbandonò la politica, tornando ad occuparsi di questioni filosofiche.
comunista tedesco, partecipò alla rivolta di Baden del 1849. Negli U.S.A., dove visse come emigrante, ebbe un ruolo predominante nel movimento operaio tedesco e nordamericano. Sorge, che fu in costante corrispondenza con Marx ed Engels, divenne presidente del Consiglio Generale della prima Internazionale nel 1872, quando questo venne trasferito a New York, carica dalla quale si dimise due anni dopo.
giornalista e leader originario dell'Opposizione di Sinistra. Fu uno degli ultimi comunisti in Russia ad unirsi alla fazione stalinista.
nato a Kiev, emigrò in Francia nel 1906. Militante socialista, mobilitato allo
scoppio della prima guerra mondiale, fece parte della minoranza «pacifista»
capeggiata da Jean Longuet (1915) e aderì poi al Comité
pour la Reprise des Rélations Internationales, formato durante il conflitto
dagli avversari francesi dell'union sacrée appartenenti al movimento di
Zimmerwald, e divenne segretario del Comité de la IIIe Internationale, nato nel
maggio 1919. Giornalista di grande talento e direttore del Bulletin
communiste, venne arrestato nel maggio del 1920. Membro della direzione del
partito comunista francese e delegato presso il Comitato Esecutivo del
Comintern a Mosca, sostenne Trotsky in occasione del
XIII Congresso del partito bolscevico russo (maggio 1924). Espulso dal partito
nel luglio di quello stesso anno, riprese la pubblicazione del Bulletin
communiste e fondò il Cercle Marx-Lénine. Dopo aver rotto definitivamente
con Trotsky nel 1929, animò il Cercle Communiste Démocratique, spostandosi su posizioni di destra, vicine a
quelle del gruppo tedesco di Brandler (espulso dall'IC).
Intellettuale di prestigio, fu il primo a scrivere una grande biografia di Stalin.
Stalin, nome politico adottato all'età di 34 anni e che significa Uomo d'Acciaio, studiò per diventare prete sotto il suo vero nome, Dzhugashvili. Figlio di un calzolaio, si unì al Partito socialdemocratico dopo essere stato espulso dalla scuola teologica per insubordinazione. Dopo la spaccatura del RSDLP avvenuta nel 1903, egli divenne membro del partito bolscevico.
Durante la sua gioventù Stalin ebbe continui problemi con le autorità locali. Durante questo periodo egli assunse il soprannome Korba, un famoso bandito georgiano. Korba fuggì dalla sua prigionia in esilio parecchie volte, dopo la sua ultima fuga egli trovò rifugio a San Pietroburgo, dove divenne, nel 1912, membro dello staff editoriale della Pravda. Nel giro di meno di un anno Stalin fu nuovamente arrestato ed esiliato in Siberia e venne liberato solo dopo l'amnistia generale emanata dopo la rivoluzione del febbraio. A questo punto egli tornò a ricoprire il suo ruolo nello staff editoriale della Pravda a Pietrogrado.
Dopo la Rivoluzione d'Ottobre, Stalin fu nominato commissario delle nazionalità. Durante il periodo della guerra civile, attraverso estese manovre burocratiche, egli salì gradualmente gli scalini del potere sovietico. Nel 1922 arrivò così a ricevere la maggioranza dei voti e ad essere eletto Segretario generale del partito comunista. Lo stesso anno Lenin, in quello che sarà poi noto come il suo ultimo Testamento, si dichiarò perché Stalin venisse rimosso da questa posizione, in quanto egli stava accumulando troppo potere.
Dopo la morte di Lenin, avvenuta nel 1924, un'ondata reazionaria si impadronì del governo sovietico. Stalin diffuse la sua teoria del "socialismo in un paese solo", in contrapposizione a tutti i principi basilari del marxismo. Questa teoria venne opposta duramente alla teoria rivoluzionaria bolscevica della "rivoluzione permanente", secondo la quale sarebbe impossibile costruire il socialismo in uno stato isolato dal resto del mondo.
Diversamente dai soliti dibatti interni, nei quali le diverse posizioni venivano rese pubbliche dai giornali di partito e discusse nei meeting e nei Soviet, il 'dibattito' venne tenuto in questa occasione completamente nascosto al pubblico, in modo da preservare un'apparenza di stabilità e di un sano governo.
Nel 1927, dopo anni di manovre burocratiche, i membri del governo che erano parte dell'Opposizione di Sinistra vennero in larga parte deportati. Immediatamente dopo Stalin proclamò la sua teoria del social-fascismo, secondo la quale fascismo e teorie socialdemocratiche erano praticamente la stessa cosa. A seguito di questa teoria i membri delle organizzazioni socialdemocratiche (di cui i bolscevichi erano un tempo stati parte) vennero arrestati o deportati. Nel 1929 l'ala destra del partito, guidata da Bucharin, fu estromessa dagli stalinisti dal, cosiddetto, governo sovietico.
Verso la fine del 1928, Stalin cominciò a cercare di stimolare la produttività sovietica e l'industrializzazione attraverso collettivizzazioni forzate. Questi sforzi vennero strutturati in piani quinquennali, il primo dei quali includeva una vasta opera di esecuzioni di massa, arresti e deportazioni. La Russia in quest'epoca avanzò tremendamente e, dalla completa devastazione e distruzione seguite alla prima guerra mondiale e alla guerra civile, divenne uno dei più potenti stati del mondo (obiettivo che 30 anni prima sarebbe apparso completamente fantasioso ed irrealizzabile).
Dal 1934 al 1939 Stalin ordinò una spietata serie di esecuzioni ed imprigionamenti, in larga parte nei confronti di gente all'interno del governo sovietico. La metà dei membri del primo Consiglio dei commissari del popolo venne giustiziata nel 1938 (un quarto di essi erano già morti in precedenza di morte naturale, e dell'ultimo quarto solo Stalin sopravvisse oltre il 1942). Tra i giustiziati alcuni erano accusati d'essere agenti nazisti o comunque simpatizzanti hitleriani, altri vennero accusati di tradimento. I membri dell'Opposizione di Sinistra a cui era stato consentito di rientrare nelle file del partito dopo essersi piegati allo stalinismo, furono i primi ad essere eliminati; quelli di loro che rimasero all'estero vennero perseguitati ed uccisi. Anche ai membri dell'ala destra del partito (tra cui Bucharin ed altri) toccò la stessa fine. Per una breve lettura sulle purghe staliniane si consigliano Per una storia grafica del bolscevismo e Verso un bilancio sulle purghe di Lev Trotsky.
Durante la seconda guerra mondiale Stalin arrivò ad un'alleanza, nella forma di 'patto di non aggressione' (e promesse di spartizione della Polonia), con la Germania nazista (patto Ribbentropp-Molotov). Solo dopo il tradimento del patto da parte di Hitler la Russia staliniana entrò ufficialmente nella guerra contro di essa.
uno dei capi dell'ala destra della socialdemocrazia tedesca; negli anni 1916-1933 fu direttore del Vorwärts, organo centrale del partito socialdemocratico, e membro della direzione del partito.
menscevico; nel 1906 emigrò in Germania e qui entrò nel 1917 nel partito socialdemocratico indipendente, del cui organo centrale, il Freiheit, fu direttore.
rivoluzionario russo, aderì al partito socialdemocratico nel 1893. Dopo la rivoluzione di febbraio tenne posizioni di difensismo rivoluzionario, aderì poi al bolscevismo.
individualista anarchico tedesco, nel suo libro "L'Unico e la sua proprietà" assumeva atteggiamenti presuntuosi simili a quelli che Engels rimprovera a Dühring. La critica di Marx ed Engels a Stirner occupa la maggior parte dell'"ideologia tedesca" (1845-1846).
politico reazionario zarista, fu primo ministro dopo la sconfitta della rivoluzione del 1905. Introdusse una riforma agraria intenta a promuovere lo sviluppo di uno strato contadino ricco e controrivoluzionario.
fondatore del partito popolare tedesco dopo la prima guerra mondiale, fu cancelliere per un breve periodo (nel 1923) e poi ministro degli esteri (1923-29). Egli fu responsabile del Patto di Locarno (1925), dell'ingresso della Germania nella SDN (1926) e del trattato di non aggressione russo-germanico del 1916.
economista e pubblicista borghese, uno dei capi del partito dei cadetti. Negli anni '90 fu uno dei maggiori esponenti del marxismo legale, la varietà russa del bernesteinismo. Uno degli ideologi dell'imperialismo russo.
scrittore-giornalista legato al fascismo. Nel suo libro Tecnica del colpo di Stato fece vari "apprezzamenti a proposito di Trotsky (definito come organizzatore di putsch); questo scritto, che costituiva una sorta di radiografia della situazione europea negli anni del dopoguerra (fu redatto alla fine degli anni '20 e pubblicato in Francia nel 1931) contribuì ad aggravare i suoi rapporti col regime mussoliniano, che lo spedì al confino a Lipari. Il libro sviluppa la tesi secondo la quale il colpo di Stato, la conquista del potere, sarebbe solo un problema di carattere tecnico, completamente slegato dal contesto sociale e politico nel quale si attua. Trotsky, insieme a Mussolini, veniva citato come autore di un colpo di Stato del genere.
socialdemocratico tedesco, deputato del Reichstag, nel 1914 fu incaricato dal partito di intervenire presso i socialisti italiani per dissuaderli dal mantenere la posizione di neutralità nei confronti della guerra mondiale.
giornalista e scrittore, autore di popolarissimi romanzi a sfondo sociale, fra cui I misteri di Parigi. Di quest'ultimo, pubblicato prima del '48 come romanzo d'appendice, Marx si occupa diffusamente nella Sacra Famiglia e ne dà un giudizio negativo che respinge il socialismo piccolo-borghese e sentimentale a cui si ispirava l'autore. Eletto deputato nel marzo del 1850, dopo il colpo di stato del 2 dicembre si rifugiò in Savoia.
economista e pubblicista menscevico; internazionalista durante la prima guerra mondiale, nel 1917 fu eletto al Comitato Esecutivo del Soviet di Pietrogrado, collaborò al giornale semimenscevico Novaia Gizn e sostenne attivamente il Governo provvisorio borghese.
generale russo, ministro della guerra dal 1909 al 1915. Arrestato nel 1916 a causa delle sconfitte in guerra della Russia e mandato ai lavori forzati, venne presto rilasciato per la sua tarda età. Riparò quindi all'estero. Nel suo conto bancario vennero trovati centinaia di migliaia di rubli di dubbia provenienza.
tiotolare del ministero degli esteri presso il governo di Kolciak ad Omsk.
membro del partito bolscevico dal 1905; dopo l'Ottobre occupò vari posti negli organismi di partito ed insegnò nelle scuole superiori.
presidente del Comitato Esecutivo Centrale del Congresso dei Soviet e segretario del CC del partito bolscevico nel 1919. Fu il primo presidente della Repubblica socialista sovietica.
socialista-rivoluzionario, membro dell'Assemblea costituente. Nel 1918 fu segretario del Comitato controrivoluzionario dei membri dell'Assemblea costituente a Samara. Dopo il rivolgimento di Kolciak e di arresto di molti membri dell'Assemblea costituente entrò a far parte del gruppo dei s-r Narod (Il popolo), che rinuncio alla lotta armata contro il potere sovietico.
noto uomno di Stato sovietico, membro del partito dal 1899. Dopo l'Ottobre '17 fu membro del collegio del Commissariato del popolo agli approvvigionamenti e membro del collegio dell'Ispezione operaio-contadina.
uomo politico e di stato della Finlandia; negli anni 1917-18 fu a capo del governo borghese che scatenò un terrore spietato contro la rivoluzione operaia finlandese.