LETTERA AI MEMBRI DEL CC E ALLA CCC DEL PCR(b)

Trotsky (1923)


Pubblicato su Ivstetija 1990, n.5
Traduzione di Giorgio Paganini




19 Ottobre 1923


AL  PRESIDIUM  DELLA  CCC.    AL  POLITBURO  DEL  CC

 

                                                                                  Assolutamente segreto

 
 

1.   La delibera del Presidium della CCC a proposito della mia lettera (1) è stata adottata senza invitarmi alla seduta del Presidium, senza ascoltare da parte mia  un effettivo chiarimento , vale a dire, senza il rispetto delle elementari garanzie di correttezza e di imparzialità di giudizio nei confronti di ogni membro del partito.

 

2.   Il Presidium del CCC ha interpretato la mia lettera  come una piattaforma per la costruzione di una frazione.  In questa valutazione io non posso non riscontrare la continuazione della stessa lotta contro di me di cui mi parlò il c. Kujbyscev prima della lettera e indipendentemente da essa.

 

3.   Nella mia lettera io parlo dei fini che la ispirano. Sulla base di tutto il mio comportamento all’interno del CC,  il Presidium della CCC non può non ammettere che io, soprattutto, ho evitato di compiere degli atti che, almeno all’esterno, avrebbero potuto assomigliare al tentativo di creare una frazione. Mentre un dibattito nel Comitato Centrale diventava immediatamente patrimonio comune di vasti circoli del partito – nella forma di un attacco contro di me -  io, sulle questioni controverse, invariabilmente  mi sono sempre astenuto da qualsivoglia tipo di spiegazioni con chi non fosse un membro del Comitato Centrale.

 

4.   Invariabilmente ho continuato a sperare che  l’esperienza obiettiva, al pari della critica all’interno del CC,  avrebbe garantito, in buona sostanza, il conseguimento di una giusta linea sulle questioni controverse.

 

5.   Tornando da Kislovodsk,  dopo una lunga cura per malattia, ho trovato  una situazione nel Paese e nel partito che bruscamente stava cambiando in peggio. Devo dire che questo cambiamento mi divenne chiaro soltanto nel Plenum del CC (2) in quanto, durante il mio soggiorno a Kislovodsk, non ne avevo avuto alcuna notizia. Ciononostante, l’indirizzo generale del lavoro del Plenum seguiva, per intero, il vecchio cammino. Non era stata stabilita nessuna misura che, almeno in parte, rispondesse alla situazione che si era venuta a creare.

 

6.   Nella riunione del Politburo, dopo il Plenum, io descrissi la pesante situazione in cui ci trovavamo e indicai la necessità di assumere delle misure eccezionali sia in campo economico che all’interno del partito, nell’intento di creare le condizioni per la reale possibilità di un lavoro comune.

 

7.   La replica a questo mio intervento fu la proposta da parte del c. Rykov di una riunione privata dei membri del Politburo.  Questa riunione privata non ebbe luogo  a causa del sopraggiungere di piccoli malintesi dei quali nessuno è soggettivamente responsabile.  Soltanto il  15/X  ricevetti una nota esplicativa del c. Rykov che iniziava con le parole: “Sono molto colpevole di non aver risposto al messaggio che mi avevate inviato, in risposta all’invito di organizzare un incontro con alcuni membri del CC”.

 

8.   Non avendo ricevuto alcuna risposta al mio messaggio, avevo tutto il diritto di ritenere che i membri del Politburo avessero rifiutato la loro stessa proposta di una discussione sulle importantissime questioni da me presentate a proposito della crisi interna.  Fu solo allora che io scrissi la lettera la quale aveva appunto il compito in essa indicato, e cioè, quello di stimolare il CC, in relazione a tutta la situazione che si era venuta a creare, e di impostare e risolvere in modo diverso i più gravi e assillanti problemi della vita interna.

     Per verificare la mia valutazione della situazione creatasi, ho letto la mia lettera a meno di una decina di compagni responsabili i quali si rendono tutti conto del fatto che si tratta di un documento, assolutamente segreto, sulla vita interna del partito e che, anche per ragioni di carattere internazionale, non può, in nessun caso, essere largamente diffuso e quindi  trovare spazio per diventare una piattaforma.

 

9.   Quando, da parte del Politburo, è stata sollevata la questione sul mancato invio della lettera ai membri del CC e della CCC, allo scopo di effettuare  il tentativo di preparare una risoluzione attraverso il Politburo, (3) io fui d’accordo,  pur segnalando che alcuni compagni che non fanno parte del CC conoscevano la mia lettera.  Avendo poi saputo che, della mia lettera, erano state fatte alcune copie, io, subito dopo la riunione del Politburo, chiesi non soltanto che esse non fossero diffuse ma che mi fossero restituite. Questo  modo di agire ha poco a che vedere con la diffusione di una piattaforma.

 

10.  Il Presidium della CCC ha espresso il parere che la questione debba essere risolta all’interno  del CC e della CCC. Il Politburo ha respinto questo punto di vista sulla base del fatto che la mia lettera avrebbe avuto una larga diffusione. Io non ho alcuna possibilità di verificare se le cose stanno così, vale a dire, in quale misura la lettera sia nota ora che essa è stata spedita a tutti i membri del CC e della CCC.  Ma noi tutti sappiamo che, quando la Lettera sulle Nazionalità del c. Lenin fu resa nota ad una cerchia relativamente allargata del partito, contemporaneamente, per un accordo generale, essa non ebbe una  grande circolazione. (4) Con estrema chiarezza mi auguro che la lettera, destinata per l’argomento trattato ad un circolo molto limitato di persone, possa non uscire da questi confini - tenuto conto anche della situazione internazionale - purché ci sia la reale determinazione di esaminarne i problemi sollevati, senza convulsioni frazionistiche e sconvolgimenti emotivi.

 

11.   Il rifiuto del Politburo di aderire, su questo punto, alla delibera della CCC non può essere inteso altrimenti che come un’autorizzazione a consentire una larga diffusione della lettera. Proprio in questo modo le può essere attribuito quel carattere di piattaforma frazionistica che essa ora non ha.

 

12.  Respingendo categoricamente la valutazione della mia lettera, da parte della CCC, io  ripropongo, con la presente dichiarazione, quelle questioni fondamentali a proposito delle quali il Presidium della CCC non mi ha tempestivamente ascoltato.

                                                                                                
L. Trockij


NOTE:

 

1. Si veda la risoluzione del Presidium della CCC del PCR(b) del 15 ottobre 1923


2. Il riferimento è al Plenum del settembre 1923 del CC del PCR(b)


3. Il riferimento è alla riunione del Politburo del CC del PCR(b) dell’11 ottobre 1923

4.Il riferimento è alla lettura, in un convegno di dirigenti, della lettera di  V.I.  Lenin  «Sulle nazionalità o sulla “autonomizzazione” »  durante il XII congresso del PCR(b).   (Cfr. Lenin, Opere Complete, v. 45, pp. 356-362, 594-596).



Ultima modifica 29-03-2009